NON C’E’ DUE SENZA TE
Non c’è due senza te’, commedia brillante di Toni Fornari al Teatro Golden di Roma dal 24 febbraio all’8 marzo 2015. Protagonisti Claudia Campagnola, Carlotta Proietti, Marco Morandi e Matteo Vacca.
di Sebastiano Biancheri
Quando ti capita di andare a teatro a distanza di pochi mesi per assistere ad uno spettacolo spassoso degli stessi attori complice lo stesso autore di cui hai a vario titolo discettato, ti interroghi sugli interpreti, sulla trama che si prospetta intrigante, sugli orditi e le tresche annunciate e sul finale a sorpresa che hai scrupolosamente evitato di indagare per non violare un mistero che occorre maneggiare con cura assaporandone al meglio il gusto sconosciuto. Quando pochi minuti prima di andare in scena hai dialogato affabilmente con il cast, avverti una predisposizione leggiadra, non sai quello che ti aspetta, ma hai un vantaggio: è l’altra faccia della sorpresa, che in questo caso è l’arma dell’impreparazione, dell’imprevisto che ti pervade e ne subirai l’influenza. La compresenza di pubblico e spazio scenico farà il resto e ti sentirai travolto da una narrazione talmente avvincente da esserne irretito. Nell’attesa non puoi minimamente supporre che di lì a poco lo stupore sarà il protagonista dei tuoi sensi. ‘Non c’è due senza te’ , commedia thriller ‘scoppiettante’ scritta e diretta da Toni Fornari, in scena al teatro Golden di Roma dal 24 febbraio all’8 marzo 2015, si presta alla riflessione anzidetta; è l’immaginazione che incontra la realtà e la sottomette in una confusione ricercata e soavemente perversa di fantasia, sogno e gioco sottile. E’ l’estrosa espressione artistica di un fervido ingegno. E’ erotismo di concetti. Narra dell’amore di una donna per due mariti che sono ovviamente all’oscuro dei sentimenti duplicati della propria consorte. Lei è MariaTeresa, scrittrice di romanzi che soddisfa compiutamente il desiderio di coppia attraverso Giorgio, professore di matematica, intellettuale pignolo e maniaco della misurazione, e Danny, poeta, musicista, artista stravagante e sognatore impenitente. Il dolce inganno sembra essere a prova di intrusione perché la fantasiosa sposa biandrica, Maria per Giorgio e Teresa per Danny, risulta assente dalle rispettive mura domestiche tre giorni a settimana per motivi di lavoro con buona pace degli ignari mariti part time. Le frequenti visite alla propria amica del cuore Sara nonché editrice giustificano la lontananza e conferiscono credibilità ad un ordito impenetrabile che dura da ben quattro anni. Trattasi ahimè di relazione a triangolo complicata, astrazione difficilmente concretabile e controllabile per problemi contingenti e di ubiquità che riveleranno limiti decisivi e favoriranno una serie di situazioni paradossali ma assolutamente verosimili. L’attesa di un figlio è il momento più desiderato per una donna, ma nel caso di MariaTeresa prefigura scenari diversi: le aspettative mal riposte e la disillusione che seguono ai comportamenti superficiali e irresponsabili di Danny e Giorgio la inducono a riflettere. Il tardivo ma non troppo ripensamento dei due li metterà a confronto e proprio questa opportunità diventa il ‘casus belli’ che alla fine sarà provvidenziale per tutti ma non scioglierà l’enigma. La sciagurata assenza all’appuntamento ‘della vita’ per rinuncia da parte di MariaTeresa che si sottrae all’impegno consente attrazioni fatali di altro tipo e promuove i chiarimenti e le confessioni dei protagonisti ma soprattutto gli sfoghi amari della vittima artefice del proprio inopinato destino. Quando credi di avere dipanato l’intreccio e la soluzione è ormai lì a portata di mano, nulla è come appare. Solo in quell’istante, sull’ultima scena, cade il velo del mistero e la tentazione inconfessata, il fascino del proibito che ha mosso l’intera vicenda, da artificio letterario si ammanta di carnalità mai venuta meno e il richiamo della trasgressione percorre ancora e per sempre l’innocente, verginale fedifraga. ‘Non c’è due senza te’ è un capolavoro di commedia brillante: pone interrogativi non banali trattando con leggerezza il tema scomodo del contemporaneo innamoramento verso due persone diametralmente contrastanti per carattere e sensibilità; un modo all-inclusive che nell’appagamento complementare rende possibile la conservazione del desiderio e la realizzazione dell’amore. Viene proposta con ironia e stemperata la condizione di relazione aperta, circostanza se non largamente diffusa comunque sovente fantasticata e non di rado praticata da entrambi i generi della specie umana. Gli attori che ancora una volta Toni Fornari mette in campo sono impeccabili per vocalità e presenza scenica. E’ un poker d’assi servito. E lui lo sa. Si trovano a menadito, incantano per disinvoltura di recitazione e simpatia radiante. Si divertono e divertono un pubblico attento, consapevoli di ammaliare, senza leziosità, con bonaria naturalezza; coniugano alla perfezione la certezza del talento con una professionalità disarmante per il loro ancor breve percorso artistico. Claudia Campagnola è una MariaTeresa conturbante, sincera, autentica nei sentimenti come nelle sue pervicaci convinzioni di donna innamorata e tradita. Una leonessa che condivide l’amore ma non le mezze misure. Non ha il minimo imbarazzo e non si smentisce neanche e soprattutto quando non ti aspetti il ribaltone… Carlotta Proietti è Sara, l’amica confidente che perde i freni inibitori e da quel momento mette il turbo e scopri le immense qualità di una enorme figlia d’arte. Recita per tutto lo spettacolo con una voce chioccia che non le appartiene ed è superlativa nella cena ‘della beffa’. Solo quei pochi minuti di godimento puro valgono la magia del teatro. Marco Morandi è Danny, il musicista che mentre invoca il successo e l’ispirazione dal suo profeta Jim Morrison esaurisce la piantagione di cannabis senza per questo terminare la canzone che da anni insegue. Altro esempio di grande umiltà, artista versatile e attore intenso, munito di personalità e doti caricaturali, sfodera ironia e garbata sfrontatezza in un ruolo assolutamente calzante. Credo che possa interpretare ruoli drammatici senza soggezione. Matteo Vacca è Giorgio, l’anima concreta, il professore pignolo tutto metro e calcolatrice; precisione e misurazione come filosofia di vita. Doveva essere il carneade del gruppo; è una presenza insostituibile. Forse da meno tempo ha intrapreso la professione di attore ed ha avuto una ascesa folgorante: è convincente, meticoloso, sempre puntuale, non ha sbavature, naturalmente misurato come il ruolo gli impone. Bravissimo. Chapeau per un team di livello assoluto al servizio di una stesura scaturita dalla mente prodigiosa di Toni Fornari. Superbi gli interpreti, geniale l’autore.
Lo spettacolo è prodotto dall’Associazione culturale Rondini, che ha come riferimento i quattro moschettieri.
Le canzoni sono di Marco Morandi. Le musiche di Enrico Blatti. Le scenografie di Camilla Grappelli e Francesco Pellicano.