Traffico aereo in tilt e pubblico in delirio a Villa Ada per Antonio Giuliani in
‘Confusion’
6 agosto 2015. Nell’ambito della rassegna ‘I Love Comico’ a Villa Ada tutto
esaurito per Antonio Giuliani stratega dell’improvvisazione e mattatore strepitoso
in ‘Confusion’, ‘one man show’ di oltre due ore ininterrotte sulle nevrosi e le
insicurezze che condizionano il nostro quotidiano.
Il ritorno di Antonio Giuliani con gommone al seguito un anno dopo a Villa Ada è una prelibatezza riservata a quei romani che sono riusciti nell’impresa di trovare un posto libero per l’appuntamento del 6 agosto 2015 alla rassegna estiva capitolina. ’Sto a cercà d’annammene. Il problema nun è arrivà, è annassene’. Lo avevamo lasciato ‘D.O.C. ‘e lo ritroviamo sempre di più a denominazione comica, perplesso e stralunato, praticamente in ‘Confusione’. L’ouverture è ovviamente per i migranti e per quel futuro migliore sognato; peccato che l’equivoco di fondo è aver sbagliato destinazione. Scappano dal loro paese perché là c’è crisi.’ Perché? Da noi?’ Si chiede sbigottito il funambolico comico romano. E anche quando trovano sistemazione di servizio in qualche ristorante inevitabilmente portano la loro cultura nel menù e nelle incomprensioni dialettiche. ‘Ti servo subito, signò?’
‘No, ripassa domani’ . La lingua è spesso barriera che provoca fastidiose reazioni e insulsa derisione in chi ha il vantaggio della facile spocchia applicata ad un debole cervello. Ma a Roma diventa puro sfottò di circostanza, senza offesa intenzionale. Antonio mette subito il turbo. Il caldo infernale e disumano sconvolge abitudini e innesca dissensi frequenti tra i due generi a causa della diversa temperatura corporea e la donna ha quasi freddo. Follie urbane. Il vigile a piazza Venezia con calippo al posto del fischietto e le braccia di chi dirige il traffico sono pale per gli automobilisti in cerca di refrigerio; la sigaretta che si accende da sola e lo sportello torrido dell’auto che si apre solo con le presine. Al mare è quasi peggio. L’ombrellone che si ripara all’ombra, il granchio col ventaglio e la cozzac he non vuole essere aperta per ripararsi dal sole. La nomenclatura della segnaletica delle strade è stata fatta per destabilizzare il conducente. E’ tutta da rivedere: via di Settebagni anziché al mare conduce in montagna, mentre verso il
mare troviamo Ardeatina, Infernetto, Dragona, dai nomi fuorvianti per chi invoca refrigerio. Vignette, scorci di un vissuto quotidiano che il fantasioso macchiettista dispensa spatolando pennellate di umorismo in caduta libera. Ma l’aspetto positivo del caldo è la sovraesposizione del corpo femminile che provoca nel maschio latino una confusione ormonale straripante che l’emancipazione anziché normalizzare ha sovradimensionato per la reciproca soddisfazione. L’illustrazione della sbirciata, rituale che appartiene al nostro popolo per pratica consolidata, ha fondamento empirico: al di là della sbirciata lussuriosa c’è la sbirciata culturale che mette in crisi i librai e fa risparmiare l’acquisto divenuto superfluo. Ma la sbirciata è femmina e lo testimonia il cauto brancolamento domestico dell’uomo per di più al buio a caccia di un panino che plachi la fame notturna. Tra contorsioni alla Don Lurio sarà inevitabile l’urto con interessamento del mignolo del piede
lancinato dallo spigolo del mobile. Nonostante lo spasmo represso e le
imprecazioni sottovoce in direzione dell’incolpevole oggetto, la luce del frigo
aperto per carpire l’oggetto del desiderio provocherà il risveglio dell’insonne
coniuge. Un irrefrenabile godimento stordisce il pubblico di villa Ada. Le
esagerazioni sulle spiagge naturiste quando appartengono ad over 70 sono
deprecabili. L’epidermide di uomini e donne è sempre più stressata da tatuaggi alla Maori privi però di quella sacralità e ancor più di autorevole copyright culturale. In aumento giovani corpi maschili depilati ed efebici. La dilagante moda dei beauty farm, la schizofrenia delle applicazioni in Rete e i gruppi del condominio a condividere whatsapp in un delirium tremens collettivo. Il rompicapo del touch screen la cui sensibilità al tatto libera connessioni involontarie. La confusione a tutto campo divora le menti. E sovraccarica di energie Antonio Giuliani. Nella preistoria senza Facebook quando un amico andava alle Maldive faceva rosicare il quartiere. Tu eri costretto alla calca di Ladispoli con portapranzo e ombrellone in spalla e la corallina che ti faceva compagnia non era la barriera di un arcipelago. Le contraffazioni non erano ancora state inventate e quello era un trionfo da pioniere, senza trucchi né inganni e l’ impresa leggendaria non era
scalfita da alcuna insinuazione sulla veridicità dei contenuti fotografici. I favolosi anni ’60 proponevano i nuovi miti e un ideale di donna che avrebbe fatto la fortuna di Mary Quant. Nel repertorio doc di un comico in ‘confusione’ libidinosa non poteva mancare l’icona della donna svedese miraggio da sempre del maschio latino a cui fa difetto la lingua del paese ma non la gestualità e soprattutto la faccia tosta nell’abbordaggio proprio nel momento in cui la concorrenza ti sovrasta senza riguardi. La Svezia, appunto, altro tema che suscita incomprensioni e difficoltà nel codificare fenomeni sociali apparentemente non giustificati da un tenore di vita elevatissimo. L’andrologo donna? Perché? Si chiede nervosamente il nostro camminatore mentre fa proprie le inibizioni italiche e percorre caracollando il palco senza sosta con inconfondibile tic gutturale che rafforza il concetto e ne rinsalda a dismisura la simpatia contagiosa. I vespasiani li trovi a Londra dopo essere stati smantellati nella città imperiale che ha dato loro i natali e se hai necessità impellenti a Roma devi liberartene nel bar più vicino. Un accenno
al catering fenomeno di importazione e alle tavolate imbandite timidamente
avvicinate da finti inappetenti e abbattute poi con voracità pantagruelica.
Nel corso dell’intera performance alcuni velivoli sorvolano Villa Ada a causa della vicinanza dell’aeroporto dell’Urbe favorendo involontarie battute fuori programma come il Boeing che rimbalza sulla pista o il criceto propulsore dell’elica. Antonio Giuliani, stratega dell’improvvisazione e mattatore strepitoso, duetta col pubblico amico riproponendo una delle tante, inimitabili specialità della casa. ‘Confusion’ , ‘one man show’ di oltre due ore ininterrotte sulle nevrosi e sulle insicurezze che condizionano il nostro quotidiano, è dimostrazione esemplare di giocoso virtuosismo introspettivo. Un viaggio nel come siamo tra velleità esterofile e pudori inconfessati, banalità del costume più trito e difetti esibiti come trofei. Un caleidoscopio di abitudini e modi di dire del non senso irrimediabilmente nostrano raccontati con naturale vis comica e mirabile spirito di osservazione da un verace
fantasista della risata, sarcastico e puntuale comunicatore del nostro tempo,
geniale stand-up comedian from Borghesiana.