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Il 30 luglio 2015 sulla Terrazza delle Arti al Palazzo dei Congressi dell’Eur Pino Insegno e Roberto Ciufoli hanno riproposto in serata unica lo spettacolo ‘T’Insegno un par de Ciufoli’ con la partecipazione di Federico Perrotta, Vito Ubaldini e Veronica Pinelli. Accompagnamento musicale affidato alla Red’s Band. Corpo di ballo composto da Federica, Chiara, Valentina ed Elisabetta. Scritto e diretto da Pino Insegno e Roberto Ciufoli.
Di Sebastiano Biancheri
Poco prima delle 22 di giovedì 30 luglio 2015 Le Terrazze dell’Eur accolgono in edizione straordinaria l’ultimo atto di uno spettacolo di varietà che ha imperversato nelle sale romane, dalla Sala Umberto al Brancaccio, solo fino pochi mesi fa. La replica inconsueta di fine luglio reclamava il tutto esaurito da quando il programma della rassegna estiva ‘La Terrazza delle Arti’ che celebra l’Estate romana è stato reso noto. I motivi sono di ineccepibile ovvietà: metti una strana coppia in cartellone dal sodalizio trentennale affiancata da personale di belle speranze e di tutto rispetto, un repertorio cult ormai acquisito all’antologia della comicità nostrana e la scelta della serata unica che non ammette ripensamenti dell’ultim’ora. Infine, parte del ricavato della serata viene destinato all’attività dell’Unitalsi perché la sofferenza non va mai in vacanza e allegria e buonumore non guariscono le ferite ma insieme alla solidarietà contribuiscono a renderle più lievi. Il mix val bene il biglietto. La metafora con cui Pino Insegno e Roberto Ciufoli annunciano la lezione è un invito intrigante a cui non ci si può sottrarre e quando i due danno fuoco alle polveri la terrazza è una fornace di variopinta umanità fibrillante che rivendica la sua movida di periferia. Ad aprire le danze e lo show è il balletto da avanspettacolo formato da quattro deliziose fanciulle, Federica, Chiara, Valentina ed Elisabetta, accompagnate dall’orchestra della Red’s Band i cui brani faranno da sottofondo alla serata. E’ Pino Insegno, come da definizione verbale, che con voce languida e solenne sale in cattedra e la prolusione sulle burle del XIV secolo è un assaggio che attenua la fame e attizza gli istinti; è il prologo di ciò che ti attende. La lezione pratica mette in campo, oltre al compagno di sempre, un Federico Perrotta di cui parleremo fra breve e un carneade bizzarro che richiama Lello Arena ma anche Enrico Beruschi, tal Vito Ubaldini. Scherzi elementari con rischi inaspettati per gli autori e modalità più sofisticate e inconsapevoli, gesti comuni dagli effetti umoristici imprevisti, lanci di torte con attacchi e varianti multiple. Veronica Pinelli è la splendida valletta che fa da sponda alle esilaranti macchiette. Uno sketch di natura didattica per la presentazione di uno spettacolo che avrà nel ritmo e nel fuoco incrociato di battute, cambi di personaggi e situazioni surreali provocate con la complicità divertita di quattro mattatori la chiave del successo oltremisura di una serata di godimento nazionalpopolare. E’ la volta dei provini che introducono un personaggio non ancora blasonatissimo alle platee ma dal potenziale inesauribile. ‘La botta in testa’ ha fatto bene a Federico Perrotta, questo il nome del giovane attore sbarcato tre anni fa alla corte di Nini Pingitore, guru e Re Mida dell’avanspettacolo, inarrivabile talent scout, e richiamato poi non a caso da questo binomio supercollaudato che ne ha intuito il talento molti anni fa incrementandone la formazione artistica. Le imitazioni sotto forma di indovinelli sul nome di gruppi e cantanti sono parodie mimiche che esprimono sonorità e gestualità caricaturali da macchiettista di rango. E’ la volta di Roberto Ciufoli che nel ruolo del burino a caccia di notorietà televisiva mette a dura prova la pazienza del selezionatore e soprattutto le mascelle del pubblico. I quesiti che lo investono non ne scalfiscono la imperturbabile pervicacia campagnola. Incomprensibile nel suo gergo criptico, il granitico Rocco sorprende gli altri ma non se stesso quando riproduce con pronuncia da gentleman inglese uno scioglilingua servito a mo’ di infame tranello dallo stupefatto esaminatore. Un sempre verde classico della comicità con doppio senso che sfocia nell’inevitabile paradossale equivoco è ancor più godibile quando chi va dal dentista è un Pino Insegno straziato dal dolore e il paziente che attende in sala d’attesa è un ingrifato Roberto Ciufoli che scambia l’ambulatorio per una casa d’appuntamento. Il gioco di malintesi e allusioni non colte è favorito da una ignara segretaria avvenente e convincente interpretata da Veronica Pinelli. Il fiume è in piena e gli argini saltati. Rientra in scena uno scatenato Federico alias Luciano Onder, Marco Berry, via via fino a Maurizio Costanzo, e sciorina una carrellata di programmi e personaggi televisivi senza tirare il fiato, energia allo stato puro. Pino Insegno viene stordito da un fenomeno fuori controllo e rivela grande aplomb e professionalità nel tendere la rete e giocare di rimessa. Impareggiabile! Dà un saggio di schiettezza contro ogni forma di retorica ipocrisia e di ridicola manomissione dell’ordine naturale, da vero fuoriclasse della affabulazione, quando tratteggia l’incontro fatale fra due cuori solitari. La versione fiction che le atmosfere ovattate del cinema sublimano, in cui tutto è edulcorato e l’imprevisto è inconcepibile e non può accadere, contrasta con la realtà quotidiana piena di imbarazzanti sorprese e costrizioni corporali che mortificano la festa. Torniamo al quarto uomo, quel Vito Ubaldini entrato in punta di piedi sul palco della Terrazza, quasi attonito per un pubblico che faticava a codificarne l’ingegno, per poi guadagnarsi il consenso unanime alla fine di una performance in crescendo esponenziale; un istrione che dopo essersi esibito in un assolo di comicità demenziale, da intenditori privilegiati, concede il bis con un inatteso intermezzo da genere noir e nel ruolo dello scienziato che si occupa di casi terminali illustra i casi di morte più inverosimili. E’ poi don Dino, il parroco che convoca i fedeli in processione e intona il canto ‘Il tuo popolo in cammino’. Un’intermittenza provocata, sembra, dal megafono, rende l’inno un incomprensibile fluente singulto. L’intervento dei parrocchiani Pino e Roberto non risolve i problemi di megafono ma Vito riceve un boato quando si scopre la natura del fastidio… Il ragazzo ha stoffa da vendere. Federico Perrotta sbalordisce ancora interpretando la storia della danza in un minuto e mezzo dal 1970 ad oggi. Provare per credere. Dall’alto del suo metro e novanta e nonostante la mole non lo favorisca, dà dimostrazione di agilità sorprendente ritmando e ballando al suono di ‘A woman’s man’,’ Y.M.C.A.’ e ‘Macho man’ dei Village people, ‘Mj Megamix’ di Michael Jackson, ‘What is love’ di Haddaway, Wannabe delle Spice Girls, ecc. Rivela grinta e personalità che fanno il paio con una simpatia irradiante e contagiosa. Ha qualità da intrattenitore, conquista la scena imponendo la propria fisicità senza restarne imbrigliato, aggredisce la parte con disinvoltura, sa improvvisare e abbattere a piacimento la quarta parete. Potrà essere un irresistibile stand-up man e quella di stasera è la prova del nove.
Non poteva mancare lo sketch ‘Vieni avanti, cretino!’ dei fratelli De Rege riproposto da coppie celebri come Carlo Campanini e Walter Chiari ed è un cammeo inestimabile donato dai due inossidabili artisti che sa di consapevole venerazione perché solo ai grandi è concessa l’ebbrezza del volo, là dove osano le aquile.
Una serata spensierata, all’insegna del buonumore e della comicità nostrana, tra cabaret e avanspettacolo, con cinque esilaranti protagonisti del divertimento mirabilmente assortiti. Da menzionare infine, e non è un dettaglio, Veronica Pinelli e Vito Ubaldini che insieme a Francesco Arienzo compongono il trio ‘Terzincomodi’ recentissimo vincitore del Premio della Critica e del Premio Web al Premio Charlot Giovani 2015.